Solidarietà da Riscossa Sindacale
In questo blog non ci occupiamo di vicende strettamente politiche, tuttavia il coinvolgimento di Salvatore Ronghi in questa storia, merita alcune riflessioni.
I fatti.
Salvatore Ronghi, vice presidente del Consiglio regionale della Campania, nonché Segretario Condeferale della UGL, si è dimesso da Alleanza Nazionale, dopo oltre trent’anni di militanza. Si dimette per protestare, sono parole sue, «…contro l’incapacità del coordinatore regionale di An, Mario Landolfi, nel difendere le istanze del territorio, venendo meno al suo ruolo e favorendo, invece, le oscure manovre di Italo Bocchino che, dopo la sonora sconfitta alle ultime regionali e la fuga dalla Campania, pretende di voler rappresentare, esclusivamente attraverso i suoi amici capitalisti, l’intero Popolo della Libertà».
Una pesante denuncia, quindi, contro le manovre di palazzo consentite, peraltro, da questa legge elettorale, disprezzata, si, da tutti, ma felicemente utilizzata dai vertici dei partiti (TUTTI) che l’hanno adoperata come una pesante clava per escludere dalle liste, in modo assolutamente discrezionale, personaggi con alle spalle importanti storie di radicamento sul territorio, sacrificati a favore di “emergenti” che, come dice Ronghi stesso, “…non sono realmente rappresentativi del territorio ma che hanno, invece, i soliti santi non in Paradiso ma a Roma”. E prosegue: «Quella delle dimissioni da An, la mia "casa" da sempre, è per me una scelta molto dolorosa, ma non sono io che lascio An, è An che lascia me, allontanandosi dalla gente e dai territori».
Questi i fatti che meritano considerazioni sia di carattere generale che sindacale. È singolare constatare che nel momento di massima sintonia tra il vertice di AN e il vertice della UGL (leggete i post sul tandem Fini / Polverini), chi ha rappresentato questo legame per 37 anni (ricordate la militanza integrale?) coniugando la rappresentatività politica con l’ottica sociale del sindacalista, decide di uscire dal partito senza ricevere neanche un attestato di solidarietà da parte del vertice dell’UGL.
E allora ci permettiamo di esprimerla noi - questa solidarietà negata - per una vicenda umana e politica che non può lasciare i sindacalisti indifferenti e che (come il solito) getta delle ombre sul rapporto subalterno e acritico che l’UGL sembra avere nei confronti di un partito un tempo schierato a difesa dei bisogni sociali della comunità nazionale.
Riscossa Sindacale
In questo blog non ci occupiamo di vicende strettamente politiche, tuttavia il coinvolgimento di Salvatore Ronghi in questa storia, merita alcune riflessioni.
I fatti.
Salvatore Ronghi, vice presidente del Consiglio regionale della Campania, nonché Segretario Condeferale della UGL, si è dimesso da Alleanza Nazionale, dopo oltre trent’anni di militanza. Si dimette per protestare, sono parole sue, «…contro l’incapacità del coordinatore regionale di An, Mario Landolfi, nel difendere le istanze del territorio, venendo meno al suo ruolo e favorendo, invece, le oscure manovre di Italo Bocchino che, dopo la sonora sconfitta alle ultime regionali e la fuga dalla Campania, pretende di voler rappresentare, esclusivamente attraverso i suoi amici capitalisti, l’intero Popolo della Libertà».
Una pesante denuncia, quindi, contro le manovre di palazzo consentite, peraltro, da questa legge elettorale, disprezzata, si, da tutti, ma felicemente utilizzata dai vertici dei partiti (TUTTI) che l’hanno adoperata come una pesante clava per escludere dalle liste, in modo assolutamente discrezionale, personaggi con alle spalle importanti storie di radicamento sul territorio, sacrificati a favore di “emergenti” che, come dice Ronghi stesso, “…non sono realmente rappresentativi del territorio ma che hanno, invece, i soliti santi non in Paradiso ma a Roma”. E prosegue: «Quella delle dimissioni da An, la mia "casa" da sempre, è per me una scelta molto dolorosa, ma non sono io che lascio An, è An che lascia me, allontanandosi dalla gente e dai territori».
Questi i fatti che meritano considerazioni sia di carattere generale che sindacale. È singolare constatare che nel momento di massima sintonia tra il vertice di AN e il vertice della UGL (leggete i post sul tandem Fini / Polverini), chi ha rappresentato questo legame per 37 anni (ricordate la militanza integrale?) coniugando la rappresentatività politica con l’ottica sociale del sindacalista, decide di uscire dal partito senza ricevere neanche un attestato di solidarietà da parte del vertice dell’UGL.
E allora ci permettiamo di esprimerla noi - questa solidarietà negata - per una vicenda umana e politica che non può lasciare i sindacalisti indifferenti e che (come il solito) getta delle ombre sul rapporto subalterno e acritico che l’UGL sembra avere nei confronti di un partito un tempo schierato a difesa dei bisogni sociali della comunità nazionale.
Riscossa Sindacale
SONDAGGIO
Solidarietà negata.
La vicenda dell’uscita di Ronghi da AN, forse, meritava un minimo di solidarietà da parte dei Vertici del Sindacato in cui Ronghi tutt’ora ricopre un ruolo non certo di secondo piano. In fondo alla pagina il sondaggio attraverso il quale esprimere il Vostro parere.
La vicenda dell’uscita di Ronghi da AN, forse, meritava un minimo di solidarietà da parte dei Vertici del Sindacato in cui Ronghi tutt’ora ricopre un ruolo non certo di secondo piano. In fondo alla pagina il sondaggio attraverso il quale esprimere il Vostro parere.